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Una nuova edizione di UPAW ricca e intensa, sul tema: Animali in via di Estinzione. Gli artisti coordinati dal direttore artistico Willem Speerstra hanno raccolto con gioia la sfida, declinando ognuno a proprio modo il tema. Spiega Alberto Colman: “Siamo fieri della presenza di questi grandi professionisti della street art che hanno contribuito con la loro arte ad aiutare i progetti della FPA2“.
Low Brothers, Mina Hamada, Dave Baranes, Simoni Fontana, Sabek, Beli, Dario Vella, Mr One Teas e L’Atlas hanno lavorato per tre giorni sotto un sole cocente per realizzare le loro creazioni lungo il Quai Antoine I al porto di Monaco. Il Principe ha parlato con ogni artista ed ammirato ogni opera, scaturita dalla fantasia degli artisti. A termine della visita il Principe di Monaco ha ricevuto in dono dagli organizzatori, un’opera che rappresenta una tartaruga marina, sapientemente decorata da Mr. One Teas, caratterizzata da una basa realizzata con un vecchio disco di freno Ferrari: “Un simbolo che speriamo faccia frenare la morte delle tartarughe causata dalla plastica” ha spiegato l’artista. Quindi vendita all’asta live con Artcurial. Resta ancora qualche opera in vendita ma a settembre sarà comunicata la cifra che sarà donata alla Fondazione Prince Albert II, la quale a sua volta renderà noto per quale progetto sarà utilizzato il contributo di Urban Painting Around The World.
L’appuntamento con un UPAW è per il 2020 con una nuova edizione del Festival della street art a Monaco.
Cinzia Sgambati
«Cari elettori, è difficile vi venga voglia di votarci, poiché i nostri avversari sono puri e onesti, di una purezza e di un’onesta personalissima, opposta a quella degli altri; ma noi purtroppo siamo umani, impuri, e talvolta sbaglieremo, e forse qualcuno commetterà reati e in tal caso non sarà linciato ma giudicato secondo le regole garantiste della Costituzione. Non espelleremo tutti i migranti, giacché è impossibile, non li faremo entrare tutti, giacché è disumano farli entrare e abbandonarli per strada: serve organizzazione e umanità. Non abbasseremo le tasse, non ne leveremo alcuna, ora è impossibile. Vorremmo recuperare un po’ d’evasione e avere più risorse per gli ultimi. Proveremo a ridurre assenteismo e sprechi, e chi si assenta e spreca ci pensi. Non creeremo posti di lavoro perché non è la politica a crearli, ma la società se è dinamica, e la politica deve assecondarla. Se necessario faremo accordi e saranno al ribasso: accordi al rialzo non esistono in natura. Se i nostri ragazzi vorranno andare all’estero li incoraggeremo perché il mondo deve essere loro, e altri con lo stesso spirito verranno da noi. Affronteremo e non subiremo i cambiamenti imposti dall’economia digitale. Non abbiamo niente da regalarvi se non un po’ di senso di responsabilità e però sia anche vostro, perché le società prosperano se tutti sentono di farne parte, le amano e sanno che il dovere viene prima dei diritti. Non ci taglieremo lo stipendio, cercheremo di meritarcelo».
Che discorso fantastico, vero? Sapete chi l’ha fatto? Nessuno.
articolo di Mattia Feltri nella sua rubrica “Buongiorno” apparso su “La Stampa” e il “Secolo XIX”