Alcuni giorni fa navigando in internet mi sono imbattuto nel fumettista Will Eisner considerato il maestro del fumetto mondiale. E uno dei suoi fumetti più famosi è “La forza della vita” dove riesce a raccontare in maniera magistrale e originale ogni situazione al limite del paradossale (che poi tanto paradossale non è).
Questa introduzione per raccontare la storia di Tommy, il cane , di 12 anni, che ha accompagnato la adolescenza dei miei nipoti Gaia e Alberto. Ormai Tommy, sembrerebbe arrivato alla fine della sua vita terrena. Circa un mese fa, dopo un consulto di famiglia, e su consiglio del veterinario, si era deciso di sopprimerlo mediante iniezione, facendolo prima, chiaramente, addormentare. Recandomi a casa loro, dato che si usava la mia macchina per portarlo dal veterinario, in effetti, vidi Tommy sdraiato per terra ormai immobile e sofferente e sembrava quasi paralizzato. Veniva coccolato da tutti nella casa compresi gli altri animali presenti: Maggie, l’altro cane, che di solito gli ringhia sempre, quasi capisse la situazione, se ne stava mogia vicino a lui; poi Leonino che, standogli vicino, lo riempiva di baci e infine la Lulu, la signora gatta che osservava la scena dall’alto. Si aspettava le 19 per portarlo dal veterinario. Tommy anche lui nell’attesa guardava, con i suoi occhi tristi, ora l’uno ora l’altro, quasi percepisse qualcosa di strano. Improvvisamente, quando ormai noi pronti per portarlo di peso alla macchina, il cane ha un guizzo e riesce a tirarsi su con le zampe e cammina molto lentamente verso la porta. Riesce a fare le scale da solo e come vede la mia macchina la sua forza aumenta e fa capire che vuole salirci immediatamente. C’è da precisare che ogni volta che è stato portato dal veterinario si è sempre usato la mia macchina. Chissà cosa avrà pensato nella sua testolina? Forse il voler andare di corsa a farsi curare?! Appena arrivati dal veterinario, è sceso di corsa dall’auto e si è fiondato nello studio quasi felice di essere arrivato lì. Lo stupore di tutti è stato enorme. In effetti il veterinario era per la soppressione comunque, ma visto che l’ultima decisione aspetta, giustamente, ai proprietari, in effetti nessuno si è sentito di impartire un ordine simile.
E’ passato un mese. E Tommy c’è ancora. Non so quanto possa ancora durare. Lui sembra quasi che capisca che la sua situazione è molto grave, ma fino all’ultimo si aggrappa alla speranza e cerca di fare fino i fondo il suo mestiere di cane. Ti guarda sempre con il suo sguardo triste, ma con gli occhi ti fa capire che ti vuole bene e, anche se con molta fatica ti viene incontro scodinzolando e si sforza anche di fare dei piccoli salti. Vuol far vedere che è vivo. Sa perfettamente che se dovesse succedere come quel giorno che è rimasto immobile e senza forze, la sua sorte sarebbe segnata. Si aggrappa fino all’ultimo alla forza di vivere.